Page 13 - I Longobardi a Offanengo
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LAVITA QUOTIDIANA NELLE CAMPAGNE
Nell’Alto Medioevo il lavoro si fonda essenzialmente sulla
fatica umana (fig. 18). Ci si limita a utilizzare quanto ere-
ditato dal mondo romano: in campo agricolo, gli aratri, i
mulini, i frantoi, in campo artigianale le fornaci.
Le persone di modesto livello sociale utilizzano pochi stru-
menti, quali le falci, roncole, punteruoli, succhielli, trivelle,
vanghe, zappe, picconi, catene da focolare, coltellini, ac-
ciarini, cesoie, coti, bilance, aghi, ami, lesine, seghe, attrezzi
17. utili alla vita quotidiana, alla lavorazione della terra, alla
raccolta e alla produzione di cibo e all’allevamento del be-
16. Ricostruzione di un guer- stiame.
riero longobardo (Civico Museo Il legno è ampiamente utilizzato per fabbricare strumenti e
Archeologico, Milano). contenitori di uso domestico, per costruire capanne, il mo-
bilio e le staccionate che circondano le corti e gli abitati ru-
17. Ricostruzione di una donna stici.
longobarda (Civico Museo Ar- L’Editto di Rotari (643) documenta il costo e l’importanza
cheologico, Milano).
anche dei più umili attrezzi, quali il giogo, l’aratro, le reti da
16. pesca, le travi della staccionata, le assicelle per i tetti delle case,
oltre ad elencare mezzi di produzione di maggior valore,
poltura dei simboli del potere: le armi, gli scudi, le cinture come la macina del mulino o le arnie per l’allevamento delle
etc. Le fonti antiche contemporanee sottolineano più volte
l’importanza data alla presentazione delle armature quando
l’individuo raggiunge la pubertà. Tre sono le tombe femminili
con monili e aghi crinali (si trovano tutte nella necropoli di
via Dante) mentre per le due tombe che presentavano nel
corredo un balsamario in vetro e un anello in bronzo non è
possibile definire il sesso del defunto. Particolarmente inte-
ressante è il fatto che i sepolcreti intorno alla chiesa di piazza
Patrini contengano pochissimi elementi di corredo, fe-
nomeno indicativo di una cristianizzazione avanzata; a ri-
conferma di questo dato è la tipologia del balsamario in
vetro, databile alla seconda metà del VII-inizi dell’VIII secolo
d.C.
L.A.P.
18. Codice di un salterio con scena di aratura, miniatura (IX secolo),
Stoccarda Landesbibliothek.
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