Page 8 - I Longobardi a Offanengo
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OFFANENGO PRIMA DEI LONGOBARDI                           oltre alla fase altomedievale, si sono riscontrate tracce di
                                                                  una frequentazione precedente grazie al rinvenimento di
                                                                  frammenti ceramici databili al I secolo a.C. (fig. 7).
         Il toponimo Aufoningum compare per la prima volta nelle
                                                                  Numerosi frammenti fittili e ceramici sono emersi sporadi-
         fonti scritte in un documento del 918, ma è possibile ipo-
                                                                  camente e a più riprese anche nelle località Garzite di Sopra
         tizzare per il territorio di Offanengo l’esistenza di un pre-
                                                                  (a ovest del centro abitato), Dosso Luna (a nord) e Uspedai
         cedente abitato, attivato dal passaggio della strada romana  (a sud).
         che metteva in comunicazione Pavia con Brescia, passando  Il nome dell’abitato nella sua fase romana non è noto, forse
         per Laus Pompeia (Lodi Vecchio) e corrispondente all’at-
                                                                  si trattava piuttosto di un insediamento di tipo sparso, in cui
         tuale strada principale che transita attraverso il paese. Reperti
                                                                  ogni nucleo abitativo e produttivo era individuato da un
         databili all’età romana, anche se abbastanza esigui, sono
                                                                  proprio toponimo che va cercato nelle fonti scritte e nella tra-
         presenti infatti su tutto il territorio comunale interessato  dizione orale locale. La comparsa nei documenti altome-
         dalla centuriazione bergamasca d’età augustea (fig. 4).  dievali del nome Aufoningum, un tipico prediale di origine
         Dal centro dell’abitato provengono un’ara romana in marmo
                                                                  germanica, potrebbe segnalare il subentrare di un nuovo
         datata all’età giulio-claudia - oggi al Museo di Crema e del
                                                                  possessore germanico in una proprietà agricola all’interno
         Cremasco - ed una cornice architettonica in marmo bianco
                                                                  delle maglie insediative di età romana.
         entrambe recuperate alla fine del XIX secolo durante la de-                                     M.C. - M.V.B.
         molizione dell’antica pieve (fig. 5).
         Dal territorio circostante il nucleo dell’abitato antico pro-
         vengono altri indizi di antropizzazione di età romana. In  Durante i lavori di posa di un metanodotto nel 2010, a
         particolare dal lato occidentale dell’attuale via Leopardi pro-  nord-est di Offanengo, in località Melasso, è stato individuato
         viene un frammento di ara funeraria romana che per secoli  un insediamento romano databile a partire dal IV secolo
         è servita da segnacolo confinario (Museo della Civiltà Con-  d.C. L’edificio, caratterizzato dalla presenza di pilastri e
         tadina di Offanengo) (fig. 6), mentre dall’area del Dossello,  buche di palo, è riconducibile ad una fattoria o alla pars ru-
                                                                  stica di una villa. La distribuzione delle strutture suggerisce,
                                                                  infatti, la presenza di alcuni vani e probabili aree porticate.
                                                                  A nord è stato rinvenuto un nucleo di tre sepolture infantili.
                                                                  Era frequente infatti, in età antica, seppellire gli infanti poco
                                                                  lontano dalla proprietà, secondo una consuetudine di cui ci
                                                                  informa anche Fulgenzio, autore vissuto intorno al V secolo
                                                                  d.C. Due sepolture si presentavano alla cappuccina e una di
                                                                  queste ha restituito un corredo costituito da una piccola
                                                                  olpe trilobata in ceramica omune depurata. La terza se-
                                                                  poltura era invece del tipo in anfora (enchrytrismos), secondo
                                                                  la pratica, ben attestata, di seppellire gli infanti all’interno
                                                                  di tale tipo di contenitore ceramico (fig. 8).
                                                                                                                 G.M.


         8. Tomba in anfora da località Melasso.


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