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al g’ha ados la sgnòsa; al g’à adòs na sömia; 109
                  al sta pö ‘n pé; al va che ‘l sa ‘mbirla; al và a pésa da
                  ròi. 110
                  Di contro, c’era una sola espressione significativa
            per indicare che uno non è ubriaco: l’è sincér, con la va-
            riante l’è sincér cumè l’acqua, 111  smentendo il detto antico
            «in vino veritas». L’espressione L’è ’ndàc ‘n füga       112  si
            usava per uno stato di ubriachezza deliberatamente vo-
            luto e prolungato dal soggetto, una sorta di evasione
            dal lavoro o dalle responsabilità, denominata anche con
            un’immagine mutuata dal gergo sportivo: Al g’à fac la
            «tre giorni». 113
                  Caratteristici sono poi gli effetti dell’ubriachezza
            e il loro «linguaggio» espressivo. A qualcuno ga ’egnìa
            la pasiù 114  su dispiaceri personali e familiari; ad altri ga
            s-ciupàa la ghignaróla; 115  altri ancora si davano al canto,
            improvvisandosi improbabili solisti; c’era anche chi di-
            ventava violento e ‘l vuria picà sö töc,   116  dal dispettoso
            vicino di casa fino al sindech e a l’arciprét;  117  c’erano ti-
            midi per natura che diventavano improvvisamente lo-
            quaci, tanto da essere evitati comè peciù;    118  altri ancora

            109  Ha addosso una sonnolenza febbrile; ha le movenze della scimmia.
            110  Non si regge in piedi; si avvita su se stesso nel camminare; procede a serpentina
              come le deiezioni del maiale.
            111  È sincero come l’acqua.
            112  È andato in fuga, cioè è evaso dalla vita.
            113  Ha passato tre intere giornate in stato di ebbrezza, spesso fuori casa, con accosta-
              mento alla celebre “Tre giorni” del velodromo Vigorelli di Milano.
            114  Aveva momenti di commozione fino alle lacrime.
            115  Gli scoppiava un riso convulso e incontenibile.
            116  Voleva picchiare tutti.
            117  Fino al sindaco e all’arciprete.
            118  Come persona noiosa, seccante, che scoccia senza remissione il suo interlocutore.



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